Parte con questo articolo una collaborazione con Yanfry, si occuperò di pubblicare su questo blog post riguardanti la libertà della rete, la censura e le notizie sul p2p, grazie mille di questo lavoro!
 “Il diritto d’autore nell’era digitale: comportamenti, percezione sociale e livello di consapevolezza”. Un questionario per indagare alcuni aspetti sociologici relativamente al diritto d’autore nell’era  digitale:  i comportamenti più comuni degli utenti, la percezione  sociale del fenomeno e il livello di consapevolezza delle principali  problematiche.
Perché e come?
La nostra vita digitalizzata
Fino a pochi anni fa, prima dell’avvento delle tecnologie digitali e di  Internet come fenomeno di massa, il diritto d’autore era una materia di  stretta competenza degli “addetti ai lavori”: editori, autori professionisti, avvocati, agenzie, case produttrici…
Nel giro di poco tempo tutti noi ci siamo trovati fra le mani “aggeggi”  anche relativamente economici capaci di copiare, modificare e diffondere  opere creative di qualsiasi tipo: filmati, musiche, testi, immagini…  L’uso di questi nuovi device (siano essi computer, palmari, smartphone),  specie se interconnessi alla rete, diventa qualcosa di rivoluzionario  per i modelli di distribuzione delle opere tutelate dal diritto  d’autore. Tutti diventiamo potenziali creatori,  copiatori, rielaboratori e ridistributori di materiali creati da noi  stessi ma anche e sopratutto di materiali creati da altri e di cui altri  detengono i diritti d’autore.
Queste azioni sono diventate ormai parte della nostra vita quotidiana;  si sta addirittura affermando una nuova generazione (i cosiddetti nativi  digitali) di persone che sono nate e cresciute con queste nuove prassi  nel DNA e che non riescono nemmeno ad immaginare un mondo analogico,  fatto di dischi in vinile e di compilation musicali su cassette  magnetiche realizzate registrando i brani dalla radio.
Il diritto d’autore non più per addetti ai lavori
Proprio in questo contesto il tema del diritto d’autore è uscito dalla  nicchia degli addetti ai lavori  diventando argomento di discussione in  mailing list, forum, gruppi, social network e oggetto di gran moda per  eventi, conferenze e dibattiti pubblici, spesso frequentati da semplici  utenti di Internet che si sentono incuriositi dal tema e in qualche modo  chiamati in causa (proprio sulla scia delle nuove forme di  distribuzione dei contenuti creativi che abbiamo descritto sopra).
Cosa pensa la grande massa?
Svolgendo attività di divulgazione e formazione proprio in quel campo,  mi sono spesso trovato a percepire la discrasia fra il livello di  complessità delle tematiche emerse negli ultimi anni in materia di  diritto d’autore e il livello di consapevolezza su di esse da parte  degli utenti comuni di Internet e delle nuove tecnologie. Libri,  articoli e atti di convegni sono stati pubblicati a firma di illustri  studiosi… ma poi la grande massa degli utenti, che appunto non ha  necessariamente un background giuridico e tecnico alle spalle, che cosa  ne pensa veramente? Mai nessuno se n’è preoccupato seriamente, se non  per fare ricerche di mercato volte a misurare i comportamenti dei  consumatori di contenuti creativi.
La Rete non é usata solo a fini commerciali
Io tuttavia non credo che si possa sempre parlare di “consumatori”.  Accedere alla rete per cercare e  condividere contenuti creativi non è  necessariamente un’attività con una connotazione commerciale.
Il questionario
Per la mia tesi di dottorato ho dunque progettato una ricerca mirata ad  indagare proprio questi aspetti; si intitola “Il diritto d’autore  nell’era digitale: comportamenti, percezione sociale e livello di  consapevolezza” e si presenta come un questionario con domande a  risposta multipla da compilare in forma anonima da qualsiasi computer  connesso alla rete.
La notizia di questo questionario è stata diffusa fin dall’inizio di  febbraio attraverso varie mailing list e social network e fin da subito  la ricerca ha riscosso un certo interesse.
Rivolgo quindi un invito alla partecipazione, compilando il questionario che si trova a questo link
Il questionario esiste in versione italiana e inglese. Per la diffusione  ad amici e conoscenti, su Facebook, c’é un’apposita “like-page” da  condividere.
I dati raccolti, una volta elaborati e descritti nella tesi, verranno  resi pubblici e disponibili in modalità open access con una licenza  copyleft, come è stato per tutte le mie altre pubblicazioni. Ciò potrà  quindi fungere da base di partenza o di confronto per eventuali altre  ricerche.
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Simone Aliprandi svolge da anni  un’intensa attività di divulgazione nel campo del diritto delle nuove  tecnologie e più nello specifico dei nuovi modelli per il diritto  d’autore. Gestisce dal 2005 il progetto Copyleft-Italia.it e ha  pubblicato alcune utili pubblicazioni in quel settore. Attualmente è  impegnato in un’Internship presso la sede centrale di Creative Commons a  San Francisco e nello stesso tempo sta concludendo un dottorato di  ricerca internazionale in Società dell’Informazione presso l’Università  Bicocca di Milano.
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Fonte: http://tlc.aduc.it/articolo/diritto+autore+nell+era+digitale+aspetti_18733.php