L’immortale (Berry, 2010)

Un film di di Richard Berry. Con Jean Reno, Kad Mérad, Jean-Pierre Darroussin, Marina Foïs, Richard Berry.
Poliziesco. Francia 2010.
Trama: Charles Matteï è in auto, gioca con suo figlio e il cane ascoltando Pavarotti. Lascia il suo bambino a un angolo e va a parcheggiare fiero della sua nuova vita, ma il suono di “e lucevan le stelle” si confonde con quello del suo passato: 22 colpi di mitra che lo crivellano ferocemente. Ma non morirà. Comincia così la storia de L’Immortale.
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La leggerezza del software, la poesia e il fair use
Scritto da yanfry freenet in Libertà di Internet il 08/03/2011
Nell’estate del 1985 Italo Calvino, in una delle sue Lezioni americane, scriveva una pagina meravigliosa sul software e la sua leggerezza.
“E’ vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo d’elaborare programmi sempre più complessi. La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d’acciaio, ma come i bits d’un flusso d’informazione che corre sui circuiti sotto forma d’impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso” (Italo Calvino, Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Oscar Mondadori, 1993, pag. 12).
Io posso trascrivere questo brano, perchè il primo comma dell’art. 70 della Legge 633/1941 dice che “Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera”.
Potrei citare una brano anche più lungo, e anche di più pagine, mentre non posso trascrivere una poesia di Wisława Szymborska di mezza pagina, perché non è un brano o parte di opera ma un’opera intera.
Negli Stati Uniti, probabilmente, la situazione sarebbe diversa (ma forse non potrei comunque trascrivere le mie poesie preferite), perché le eccezioni e limitazioni, disciplinate nell’UE dall’art. 5 della Direttiva 2001/29 e dalle norme nazionali di attuazione, sono regolate dalla fair use doctrine, sviluppata dalla giurisprudenza e codificata nella Sect. 107 dello U.S. Code (17 U.S.C. 107).
In breve, il fair use è la facoltà di usare opere protette da copyright senza il permesso del titolare, quando ricorrono alcune condizioni. Questi quattro fattori(lo scopo e il carattere dell’uso, la natura dell’opera protetta, la quantità dell’opera usata e la sua importanza rispetto all’opera protetta, l’effetto dell’uso sul mercato potenziale dell’opera protetta) sono codificati nella legge ma sono precisati dalla giurisprudenza.
Secondo il Primo Ministro britannico, David Cameron, il fair use rende il copyright law nordamericano più avanzato di quello europeo e più adeguato a regolare i rapporti in ambiente digitale. In effetti le tecnologie del 2001, l’anno della Direttiva sull’armonizzazione del diritto d’autore nella società dell’informazione, non erano quelle di oggi.
L’intervento di Cameron non è il primo, ma è particolarmente significativo, sia per l’autorevolezza della fonte, sia perché arriva al momento giusto. Mr. Cameron ha lanciato uno studio sulla proprietà intellettuale che in sei mesi dovrà indicare come le riforme in materia di PI possano promuovere l’innovazione, la crescita economica e l’impresa. Non è la prima volta che il Governo britannico lancia un’iniziativa, visto che nel dicembre 2006 era già stato pubblicato uno studio sulla proprietà intellettuale.
Vedremo gli sviluppi…
Source: La leggerezza del software, la… il fair use « IP in Florence 
Uomini di Dio (Beauvois, 2010)
Scritto da mirkul in Drammatico, Francia il 08/03/2011

Un film di Xavier Beauvois. Con Lambert Wilson, Michael Lonsdale, Olivier Rabourdin, Sabrina Ouazani,.
Drammatico. 120 minuti. Francia 2010.
Trama: Un monastero in mezzo alle montagne aglerine negli anni 1990… Otto monaci cristiani francesi vivono in perfetta armonia con i loro fratelli musulmani. Progressivamente la situazione cambia. La violenza e il terrore integralista si propapagano nella regione. Nonostante l’incombente minaccia che li circonda, i monaci decidono di restare al loro posto, costi quel che costi.
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Provaci Ancora Stitch! (Craig | Gannaway, 2003)
Scritto da mirkul in Animazione, USA il 07/03/2011

Un film di Tony Craig, Robert Gannaway.
Animazione. 60 minuti. USA 2003.
Trama: Il capitano Gantu, licenziato dalla Federazione Intergalattica, accetta di lavorare per il dottor Jacq Von Hämsterviel, ex-socio finanziatore di Jumba. Come incarico, l’ufficiale deve recarsi sulla Terra. Nella Hawaii intanto, Stitch fatica a trovare il suo spazio rispetto al resto degli abitanti dell’isola, che secondo la filosofia dell’ ohana, sarebbero tutti cugini. Una sera Gantu compare a casa di Lilo, ma non per recuperare l’esperimento 626, ma per Jumba. Lo scienziato infatti ha creato altri 625 esperimenti, e l’ex socio li rivuole indietro. Gantu rapisce Jumba e recupera solamente il numero 625, che si rivela un buono a nulla capace solo di preparare (ottimi) panini. Come riscatto per Jumba, richiede le restanti 624 creature, custodite da Peakley, in forma di sfere disidratate che si attivano, liberando l’esperimento che contengono, solo a contatto con l’acqua . Alla consegna del riscatto però ne manca uno, l’esperimento 221, essere elettrico che Lilo e Stitch avevano liberato. Lilo decide di non consegnarlo poiché finalmente Stitch ha trovato un vero “cugino”, ed oltretutto Lilo gli ha dato già un nome, Sparky. Ma Stitch e Lilo vengono catturati e portati nello spazio: il piano di Hämsterviel è di clonare Stitch, e di distruggere l’originale. Ma Sparky, infiltrato nei circuiti dell’astronave, riesce a liberarlo. La creatura salva a sua volta la sua amica Lilo, e tutti fanno ritorno sulla Terra. Sfortunatamente però il contenitore che racchiude tutte le sfere si apre, facendole cadere sparse per tutte l’isola. Per il salvataggio, Lilo e Stitch vengono insigniti della carica di “Agenti Speciali Intergalattici”, e vengono incaricati del recupero di tutti gli esperimenti.
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Una sconfinata giovinezza (Avati, 2010)
Scritto da mirkul in Drammatico, Italia il 07/03/2011

Un film di di Pupi Avati. Con Fabrizio Bentivoglio, Francesca Neri, Serena Grandi, Gianni Cavina, Lino Capolicchio.
Drammatico. Italia 2010.
Trama: Lino Settembre e Chicca sono sposati da tanti anni. Un matrimonio felice e affiatato, nonostante le differenze: lui giornalista sportivo per il Messaggero, lei docente universitaria di filologia romanza, proveniente da una famiglia di primari e pianisti, dove tutti figliano come conigli. Lino e Chicca non hanno figli, non sono arrivati, ma quando Lino comincia ad accusare i primi segni di una demenza senile precoce e degenerativa, Chicca si trova a fargli da mamma, ad occuparsene come fosse un bambino.
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Mentre dormite, vi sfilano via la rete dai muri
Scritto da yanfry freenet in Libertà di Internet il 06/03/2011
Il mio intervento di ieri nella registrazione dell’anteprima dell’Ultima Parola, RaiDue.
Finchè questa casta di intoccabili gerontocrati autoreferenziali non lascia il posto a una nuova generazione di italiani, ovvero a qualcuno che abbia una seppur minima, vaga idea di come il mondo ormai usi la rete per fare ogni cosa, dalla spesa alla rivoluzione, non ci muoveremo di un millimetro nella direzione di quello che per noi è innovazione, mentre per altri è ormai il mesozoico della comunicazione.
Gli italiani riuscirono, due anni fa, ad essere il solo popolo che anzichè aumentare vertiginosamente il numero dei nuclei familiari connessi ad internet, andò in controtendenza e lo diminuì. Sempre originali, noi. E mentre Obama incontra Zuckerberg, Jobs, Schdmit, Costolo, Bartz, Ellison, Chambers ed altri (rispettivamente mr. Facebook, mr. Apple, mr. Google, mr. Twitter, mr. Yahoo etc) per definire le linee strategiche di investimento in materia economica e in termini di posti di lavoro, da noi parliamo ancora sempre e solo di Fiat, di nucleare, di inceneritori e via di seguito. Facebook, Google, Twitter, Yahoo e il resto della rete esistono solo quando Maroni ne incontra a porte chiuse gli esponenti per definire le nuove linee guida della censura, ovvero come ti abilito 400 fuzionari della polizia postale ad entrare in qualsivoglia profilo online tra quelli di 18 milioni italiani per indagare, schedare, chiudere profili eventualmente responsabili di lesa maestà o anche solo possibilmente diffamatori nei confronti delle celebrità. Le tecniche per rendere poco visibili i contenuti più scomodi, nella società digitale, sono infinite, e tutte assolutamente invisibili. Il delitto perfetto, insomma, almeno finché non ci adopereremo per creare social network aperti, open source, improntati alla trasparenza e portatori di democrazia reale nella società dell’informazione.
La nostra avversione alla crescita dell’economia digitale passa soprattutto dalla negazione infrastrutturale. La banda larga (banga larga, come la chiama Berlusconi, evidentemente riferendo ogni cosa alle sue notti festose) in Italia non esiste. Non esiste al Sud, dove ci sono interi paesini nei quali a stento arriva il doppino telefonico. Non esiste nell’etere, dove le chiavette usb – ormai in grado di raggiungere solo sulla carta velocità molto elevate – languono nell’attesa di dati che non arrivano mai, ingolfati nelle celle 3G sature e incapaci di sostenere le richieste del traffico digitale. Non esiste neppure nelle grandi città. Vi sono ADSL Telecom, in piena Milano, che nonostante la velocità dichiarata di svariati mega al secondo, a stento raggiungono i 540 Kbs – visto con i miei occhi. E la gente non se ne accorge neppure.
Tutto normale, finchè al governo regneranno indisturbati i signori della televisione, quelli che hanno fatto i soldi con trasmissioni come Colpo Grosso e Vizi Privati (Paolo Romani, ministro al sottosviluppo economico), quelli che grazie a Drive In, a Non è la Rai, al Costanzo Show, al Grande Fratello non solo sono diventati tra gli uomini più ricchi del mondo, ma hanno acquisito il potere di confezionare illusioni assolutamente realistiche, convertibili in consenso sonante valido per vincere qualsiasi elezione, per rendere credibile qualunque balla, per chiedere qualsiasi cosa ad un controvalore corrente pari allo zero assoluto.
Sono loro i responsabili principali di questa arretratezza culturale e tecnologica. Sono loro che non hanno investito mai un centesimo per la diffusione della banda larga. Sono loro che vogliono rendere internet uguale alla televisione e non viceversa, come accade ovunque. Sono loro che fingono di stanziare 100 milioni per la connettività e poi se li rimangiano subito dopo. Sono loro che fanno dichiarazioni roboanti (Brunetta a Radio24: “In un anno o due l’intero paese sarà coperto dalla banda larga universale“. Universale? Cos’è la banda larga universale, di grazia, Brunetta?), loro che annunciano di avere stanziato nuovi fondi destinati allo sviluppo di internet e poi, con il decreto milleproroghe, vi sottraggono 30 milioni di euro per incentivare il digitale terrestre! Tolgono alla rete per dare alla televisione. Ditemi, non è abbastanza sviluppata, questa televisione?
Sono questi archeopolitici, monopolisti della comunicazione, tiranni di una telecrazia che dovremmo rovesciare a pedate nel culo, sono questi protozoi dell’evoluzione multimediale i responsabili delle nostre sventure democratiche e finanziarie.
Io voglio insegnare agli italiani ad accendere un computer, ad usare i forum, ad abbonarsi ad un feed rss, a realizzare contenuti multimediali accattivanti per scambiarsi pensieri liberi, a sostituire il digitale terrestre con i nuovi schermi connessi alla rete, a comunicare gratuitamente grazie al Voice Over Ip o protocolli affini open source, a scambiarsi informazioni, documenti, immagini, consigli, pareri, ad organizzarsi e ritrovarsi fuori dalla rete, nelle piazze o anche solo per una scampagnata in montagna, a creare nuovi posti di lavoro, a programmare un computer per creare qualcosa di immateriale che poi sia possibile vendere o scambiare, innovando grazie alla genialità, all’intuito, alla creatività che ci ha sempre contraddistinto.
Cristoforo Colombo navigò indomito e imperterrito fino a scoprire l’America. Era un genovese, cazzo! Obama l’abbiamo scoperto noi. Oggi gli oligarchi dei ripetitori televisivi tengono alla fonda le nostre caravelle. Dobbiamo ricominciare a navigare. Liberi. E invece ci vogliono fregare ancora una volta: vogliono mettere le mani sulla neutralità della rete. Alcuni estratti significativi estrapolati da un comunicato dell’AgCom:
Sapete cosa significa? Che se non rizzate le antenne, presto un provider potrà stabilire quanto e come dovrete pagare per parlare con vostra nonna in Australia via Skype, oppure quanto e come potrete scaricare dalla rete. E, immediatamente dopo, inizierà a vendervi abbonamenti alla rete scaglionati in base a differenti tipologie di prezzo: nelle fasce più economiche si avrà un bouquet di siti navigabili proposti dal fornitore di servizi e/o contenuti, giudicati essenziali e autorevoli, mentre sul resto dei siti si potrà andare solo accedendo ad un abbonamento di fascia alta, chiaramente molto più costoso.
Tradotto: TgCom, Mediaset.it e allineati saranno inclusi nel bouquet che, per favorire il benessere del consumatore, sarà incluso nell’abbonamento base, magari offerto perfino gratuitamente se fai il bravo e scarichi almeno un film alla settimana in pay per view. I siti di informazione libera, invece, si potranno leggere solo pagando per avere accesso completo. Secondo voi quanti potranno permettersi o coglieranno l’importanza di esborsare una quantità di quattrini molto maggiore per leggere i blog o i giornali considerati non essenziali o non autorevoli da Telecom Italia, da Vodafone (quella che ha chiuso la rete agli egiziani durante la rivoluzione) o da un altro fornitore di connettività e/o contenuti?
Se avete risposto pochi, benvenuti tra gli oculati analisti che presagiscono un futuro a tinte fosche. Questa è l’importanza di tutelare, oggi per domani, la neutralità della rete.
Ditelo ad un amico, e chiedetegli di fare altrettanto. Riprendiamoci le nostre caravelle!
Source: Mentre dormite, vi sfilano via la rete dai muri 
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Maschi contro femmine (Brizzi, 2010)

Un film di di Fausto Brizzi. Con Paola Cortellesi, Fabio De Luigi, Sarah Felberbaum, Chiara Francini, Lucia Ocone.
Commedia. Italia 2010.
Trama: Walter e Monica sono alle prese con il primo figlio e non fanno l’amore da quasi un anno. Anche se gli amici lo spingono alla soddisfazione degli istinti, Walter è un marito fedele, ma non abbastanza per resistere alle avances della bionda pallavolista Eva. Intanto, i vicini di casa Chiara e Diego non perdono un’occasione per insultarsi a vicenda, lui playboy senza scrupoli e lei infermiera solitaria, dedita fino in fondo alla causa ambientalista. Ma destino vuole che, in seguito a un fortuito incontro ravvicinato, Diego sprofondi in uno stato d’impotenza psicosomatica. Marta e Andrea, invece, sono due studenti universitari che condividono un appartamento e una ragazza, tanto carina quanto sessualmente confusa, proprio nel momento in cui la madre di Andrea sta attraversando una disastrosa crisi di mezza età.
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Mobile Suit Z Gundam I – Eredi delle Stelle (2005)
Scritto da mirkul in Animazione, Azione, Giappone il 05/03/2011

Un film di Yoshiyuki Tomino
Animazione. 94 minuti. Giappone 2005.
Trama: Nell’anno 0087 dell’Universal Century, a meno di un decennio dal termine della Guerra di un Anno, si apre il sipario sul palcoscenico di Mobile Suit Z Gundam – A New Translation – Eredi delle Stelle che ancora una volta trascina il pubblico in uno spettacolo di guerra e sentimenti, tra nuovi personaggi e conoscenze mai dimenticate.
In questo scenario la Federazione Terrestre ha affidato il controllo della situazione insurrezionale sulle colonie spaziali a un’organizzazione fortemente militarizzata e repressiva nota come “Titans”. Ai metodi adottati dai Titans si oppone un gruppo di resistenza armata, l’A.E.U.G. (“Anti Earth Union Group”), che appoggia le istanze degli Spazionoidi. Tra le sue fila figura anche Char Aznable, che adesso si fa chiamare “Quattro Bajeena”.
Il giorno in cui il New-Type Kamille Bidan consegna due prototipi rubati del Gundam Mark II all’A.E.U.G., schierandosi contro i Titans, ha inizio la devastante Guerra di Gryps…